Pregi e difetti del “dizionario italiano-arabo” di Tillisi (studio lessicografico)

Abstract

La lessicografia si esprime oggi come disciplina autonoma. Il dizionario, il nucleo degli studi lessicografici, è senz’altro lo strumento di lavoro e consultazione primaria per quanti si siano dedicati alla lingua e dunque il lavoro di compilare un dizionario è un lavoro gravoso e complesso. Il dizionario bilingue, specialmente, serve a fornire due visioni del mondo, è “mediatore tra le due lingue” e non solo di due sistemi fonetici o linguistici. Nel corso degli ultimi cinquant’anni, la lessicografia bilingue italiano-araba è riuscita a produrre tanti dizionari bilingui. Però, l’esame di quelli più affidabili dal punto di vista strutturale e semantico non è stato un punto d’analisi per i ricercatori linguistici di entrambe le lingue. È questo che mi ha spinto a dirigere questo saggio (di carattere lessicografico in primo luogo ma anche lessico-contrastivo) che apre la porta ad altri studi lessicografici bilingui italiano-arabo. Esaminando oggigiorno la “mappa” dei dizionari italiano-arabo, ci si trova davanti a: dizionari pubblicati in Italia (e questi sono più di dieci) o dizionari pubblicati nel mondo arabo. Il dizionario in esame, Dizionario italiano-arabo di Khalifa Tillisi, era pubblicato per la prima volta nel 1982 da Libraire Du Liban. Tillisi (1930-2010) fu uno scrittore, poeta e politico libico. Lavorò prima insegnante poi entrò in politica. Raggiunse l'apice della sua carriera politica quando fu nominato ministro per le informazioni e la cultura nel periodo 1964-1967. Oltre ad essere autore di diverse opere letterarie e poesie, Tillisi ha una notevole attività traduttiva dall’italiano in arabo. Ha tradotto alcuni racconti pirandelliani oltre ad una decina di libri di carattere politico e storico.Questa attività traduttiva, oltre alla mancanza di uno strumento bilingue affidabile erano il motivo per cui lui ha deciso di compilare il suo dizionario.