Caratteristiche del linguaggio dei fumetti italiani Studio linguistico – semiotico

Abstract

L’ultimo decennio dell’Ottocento ha assistito alla nascita di tre mezzi di comunicazione di massa nell’industria culturale del mondo. Questi tre nuovi Media erano: il cinema inventato dai fratelli Louis- Jean e August Lumière, la radio grazie agli studi di Guglielmo Marconi, e il fumetto con la pubblicazione negli Stati Uniti delle prime tavole di Yellow Kid ad opera di Richard Felton Outcault sul quotidiano New York World (Villani 1998- 99: 7). L’industria dei fumetti nasce negli Stati Uniti nel 1896 con la pubblicazione di Yellow Kid (Mickey Dugan) il protagonista della serie di strisce a fumetti At the Circus in Hogan’s Alley, e che viene considerata la prima serie a fumetti. Dall’altro lato, la data della nascita del fumetto italiano era il 27 dicembre 1908 (data in cui uscì il primo numero del Corriere dei Piccoli, supplemento domenicale illustrato del Corriere della Sera fondato da Silvio Spaventa Filippi). Il supplemento uscì inizialmente su tavole dai colori vivaci con strofette rimate e moraleggianti poste sotto le vignette. Questa forma rappresentativa rimase così per decenni. Il fumetto, a quel tempo, era visto come un puro strumento educativo, atto a contribuire alla formazione dei giovani ragazzi. Il fumetto italiano ha trascinato in quel tempo il pubblico infantile come mezzo espressivo che incoraggia i piccoli a leggere con divertimento. Nonostante Il Corriere dei piccoli venisse regolarmente pubblicato anche durante gli anni Cinquanta, è solo il decennio successivo che il linguaggio dei fumetti comincia a suscitare l’interesse degli studiosi e la pubblicazione si apre al fumetto in Italia, in Europa generalmente e anche nell’America latina (in Francia e l’Argentina in maniera particolare), ma anche a quel tempo il fumetto sembrava presentare contraddizioni severe.