Analisi critica del romanzo storico di Emilio Salgari: Le figlie dei Faraoni

Abstract

Questo saggio si propone di analizzare l’unico romanzo storico di Salgari intitolato “Le figlie dei Faraoni” non dal punto di vista storico, bensì letterario. Lo studio mira a focalizzare la straordinaria abilità di un autore che, pur non avendo realmente vissuto in Egitto, nemmeno vi ha fatto un viaggio turistico, lo descrive con un’immaginazione fantasiosa che si ritroverà in un autore moderno ed egiziano. Lo scopo della ricerca è quello di scoprire, all’interno di avventure e di ambienti tratteggiati dallo scrittore, temi, motivi e personaggi nonchè costumi e tradizioni legati alle feste ed alle confessioni religiose, alle divinità e superstizioni. Il fascino, insomma, che nasce da un esotismo che ci allontana dalla quotidianità sia italiana che egiziana. L’Egitto rappresenta, quindi, nell’opera salgariana un suo valore inteso come estetica del diverso, contrapposto all’Italia che era allora un Paese non «avventuroso». L’apertura agli altri ed il contatto con i popoli più lontani, secondo Todorov, rende possibile costituire nell’uomo «una qualità». Quello salgariano, direi, è anch’esso un tentaivo di focalizzare i turbamenti, le miserie e la sete di giustizia in ambiente non italiano, riversando su personaggi non indigeni il senso di perdità d’identità e lo smarrimento per non avere un rapporto autentico con le proprie radici etniche e culturali.